mercoledì 27 ottobre 2010







" De-pensarsi... finché non vi sia più nulla di sé e tutto si perda nel vento e nel sole, nulla, tranne un piccolo punto di dolore..."
Peter Handke - Il Peso del mondo








domenica 10 ottobre 2010

(lettere da sopra la pioggia)







in ogni frase della mia musica.
nelle nebbie tinte di rosa e nei risvegli bianchi.

io sono in tutte le parole che immagino per te e in tutte quelle che non mi dirai. in tutte le parole che mi hai detto.
nei libri, tra le pagine, nella confezione speciale. edizione limitata.
nei bar spenti la notte, in periferia.
nella salsedine di un malumore,
nel velluto della tua gonna e nella seta del mio abito nero.
(Medvedenko, cosa domandi a fare del nero?..)
sono nell'embrasse di uno sconosciuto familiare, sono nel sul volo, nel suo equilibrio, nel suo cerchio di luce, sul suo quaderno.
nelle mie pietre che reggono le tue altezze.
nei miei abissi, nel tuo cielo.
in un tango e in una ballata.

scrivo un po' di meno, e soprattutto ho smesso di contare.

ho cercato e ora trovo un punto da cui cominciare. Però prima butto giù un goccio amaro, così mi viene più dolce parlare senza voce.
ti chiederai perchè ho continuato a scrivere. me lo sono chiesto anche io tante volte. quando il sentimento che mi ha riempito il cuore è diventato forse solo rabbia, stupida, e una visione distorta. A tratti sfocata.
eppure non è così.

pensavo...oggi sono sul lago e pensavo a come tutto mi è diventato così familiare. Quella strana mancanza di prospettiva delle geografie. Un fondale perfetto disegnato per un piccolo dramma comico in tre atti mai consumato.
ho scritto tante cose e ora le cancello via.

non volermi male.
semplicemente, libero parole già consumate, che hai conosciuto e forse subito dimenticato. Le darò in pasto all’aria, perché si prosciughino raffreddate dal vento e non dal tempo. Non dalla mancanza.
Perché, perdendo la protezione del mio personalissimo sistema di scatole cinesi e del tuo personalissimo silenzio, si possano allontanare da me e dalla sostanza da cui hanno preteso forma, e libere - finalmente - possano essere figlie di chiunque. O di nessuno.

Ora non mi appartengono più. Non ti appartengono più.